Souffle vent attise

Souffle vent attise
Les arbres qui se balancent
Devenus la proie des tourments
Moi je les regarde
Et vois aussi
Mon vertige qui s’étend
Et la férocité des mondes
Rendue plus féroce encore
Par les sarcasmes des dieux
(Imbus de leur puissance).

Tournai 20/03/2014

Illustration : Arcangelo Petrantò, 2024 – La tempête et les dieux
Image générée par IA (intelligence artificielle)

« Amadeus »

Il recente « Amadeus » di Milos Forman viene generalmente interpretato come un film sul tema del confronto tra genio e mediocrità, tra Mozart e Salieri.

Veramente non condividiamo questa interpretazione dei fatti quali sono presentati nel film stesso.

Antonio Salieri ci appare invece come un rappresentante dell’umanità. I suoi sforzi per raggiungere, con l’aiuto divino, una perfezione la più alta possibile, danno testimonianza della sua essenza umana. E la sua « démarche » perfettibile è legata precisamente alla sua fede. La morte del padre significa per lui vocazione verso Dio. Egli è veramente al servizio di Dio attraverso la musica e il suo voto di castità.

Mozart, invece, quale ci è presentato nel film sembra materializzare una specie di forza demoniaca che viene non solo a frantumare la fede di Salieri ma anche a schernire l’ordine umano (il labore quotidiano di Salieri) e persino i puri sentimenti (la cantatrice che il Salieri non aveva osato far sua).

Antonio Salieri ci appare dunque come un deluso di Dio ma per effetto di una specie di macchinazione diabolica di cui Wolfgang Amadeus Mozart sarebbe lo strumento.

L’intento di uccidere Mozart non è altro che il desiderio di sopprimere questa forza demoniaca e se è vero che il Mozart è un rivale sul piano sociale, la musica del Mozart rimane per Salieri una cosa meravigliosa che ha, diremmo, la piena apparenza della bellezza del diavolo.

A un certo punto il Salieri prende coscienza del tallone d’Achille di Mozart : è il rapporto con il padre.

Egli utilizzerà questa breccia per raggiungere i suoi fini.

Il Requiem che egli impone a Mozart di finire rappresenta in qualche modo la croce che si impone agli esseri maligni per metter fine ai loro malefici. Ciò è talmente vero che la moglie di Mozart, sopraggiunta nel frattempo, vuole interrompere questa relazione tra Salieri e Mozart o più precisamente tra il Requiem e Mozart, racchiudendo a chiave lo spartito in un mobiluccio.

La fine del film è un po’ oscura. Così l’interpretiamo. Salieri confessandosi ad un cappellano precisamente torna nel grembo della Chiesa e della Fede. Attraverso la confessione prende fine il suo Purgatorio. L’assoluzione, tuttavia, lo lascia indifferente ed egli se ne ritorna pienamente verso l’umanità (rappresentata dagli alienati nel corridoio).

Egli è indifferente all’assoluzione divina perché sa di aver disfatto una forza oscura, certo, ma di aver distrutto nello stesso momento una beltà musicale inaudita.

Il film « Amadeus » ci appare dunque meno come un film su Wolfgang Amadeus Mozart e la sua musica quanto piuttosto un film su un’anima umana (quella di Antonio Salieri) confrontata all’apparenza abbagliante del Male.

Taintignies 1/02/1985

Illustration : Mozart (interprété par Tom Hulce) dans une scène du film « Amadeus » de Milos Forman (1984)

Publié in : « Sole d’Italia », 9/02/1985, n. 1902, dans la rubrique « Dietro lo schermo », sous le titre « “Amadeus” di Milos Forman »

Solitude du gaucher

Quoique droitier pour écrire, je suis gaucher de la jambe. Je lance la jambe gauche pour monter à vélo, tenant mon vélo du côté de la chaîne.

Idem pour le saut en hauteur. Au cours d’éducation physique, à l’école, je me plaçais toujours à l’opposé des autres pour prendre mon élan.

Solitude du gaucher en général et du gaucher du pied en particulier.

Parmi tous les profs de gym que j’ai eus, un seul a refusé que je me distingue de la sorte. Inutile de préciser que mes résultats en saut en hauteur, cette année-là, furent particulièrement minables.

Tournai 16/12/2015

Illustration : Timbre-poste émis par la République de Côte d’Ivoire pour célébrer les Jeux de l’Amitié organisés à Abidjan du 24 au 31 décembre 1961

Il avait tout préparé

Il avait tout préparé
Les fusils et les casques
Et les armures et les bombes
Les avions les chars
Les navires de guerre
Et de débarquement

Les grenades
A main
A pied et les mines
Terrestres et navales

Il avait tout préparé
Les missiles intercontinentaux
Les poignards et les anti-missiles
Les balles anti-balles
Et les gilets pare-balles

Les hallebardes et les glaives
Et les boucliers luisants

Des camions
Des avions — encore des avions —
Des souliers pour marcher

Il avait tout préparé
Tout il n’y manquait rien

« Je suis prêt » dit-il enfin

            Et il mourut…

Tourcoing 11/03/1970

Illustration : Arcangelo Petrantò, 2024 – Armes rassemblées dans un immense hangar
Image générée par IA (intelligence artificielle)

La « Questione Femminile » (2/2)

Il movimento femminile italiano come movimento organizzato sorge verso la fine dell’800 e subito si articola su « tre linee di tendenza che continueranno ad essere presenti, anche se con un peso differente, fino ai giorni nostri » : un filone femminista di area socialista che si batte per « il riconoscimento dei diritti delle donne lavoratrici », un filone liberale moderato e un filone di area cattolica caratterizzato « dalla ricerca di una nuova presenza religiosa femminile, anche attraverso la difesa sindacale delle operaie e una seria riflessione sui problemi della educazione femminile ».

La prima guerra mondiale, con la massiccia sostituzione degli uomini da parte delle donne nei diversi settori produttivi, contribuisce ad accelerare il processo di maturazione delle rivendicazioni femministe.

La parentesi fascista tuttavia segna « per il movimento femminile un periodo di grave arretramento giuridico, economico e culturale ».

Il protagonismo femminile trova una sua determinante presenza nell’ambito della Resistenza. Nel 1945 il diritto di voto viene finalmente accordato alle donne.

Durante i decenni repubblicani il femminismo italiano, attraverso le sue numerose lotte e battaglie riesce a portare la legislazione italiana a livelli di avanguardia (per es. con la riforma del 1975 del Diritto di famiglia che instaura la parità tra i coniugi e la legge del 1977 per la parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro).

Il neofemminismo che si affaccia a partire degli anni ‘60 nella società consumistica americana si diffonde nel mondo a partire del ‘68 quando cade precisamente « il mito della facile conciliazione fra il ruolo tradizionale e i compiti nuovi della donna e la speranza di un graduale e indolore cammino verso l’uguaglianza ».

La rivendicazione neofemminista caratterizzata dalla sua « attenzione privilegiata al problema sessuale rispetto ai problemi più specificamente giuridici o economici » se da un lato segna un modo nuovo di considerare il rapporto uomo-donna (liberalizzazione sessuale) e l’approccio del proprio corpo (liberalizzazione dell’aborto) da un altro lato porta — proprio per questa intensa caratterizzazione — ad un rischio di « profonda contraddizione e debolezza ».

Perciò potrebbe essere utile in questo periodo di « restaurazione » — e questo è l’auspicio delle autrici — « tornare a porre l’accento su due pilastri storici della domanda delle donne, quelli della pari responsabilità » sia a livello della « organizzazione della vita quotidiana » sia a quello della « partecipazione alle decisioni, al governo dell’economia e delle istituzioni ».

Dopo questo profilo storico un’antologia riunisce i testi e i documenti significativi attinenti alla « questione femminile ».

Vengono così presentate le voci, le idee, le posizioni (da Engels a Simone de Beauvoir e Levi-Strauss, da J.S. Mill a Evelyne Sullerot, da J.J. Rousseau, Pestalozzi e Ibsen a Betty Friedan) espresse nel quadro delle lotte per l’emancipazione delle donne (diritto di voto, diritto al lavoro, accesso a tutte le carriere, parità di trattamento, ecc.).

Una nutrita bibliografia e un quadro cronologico comparato degli eventi della storia femminile e dei principali avvenimenti politici, economici e culturali dalla metà del ‘700 ai nostri giorni chiude l’interessante volume.

Sebbene lo spazio relativamente limitato dell’opera non abbia consentito di sviluppare in maniera più approfondita alcune tematiche il libro di Paola Gaiotti e Cecilia Dau si rivela senz’altro un utile strumento didattico messo a disposizione degli insegnanti e degli alunni.

« La Questione Femminile » di Paola Gaiotti De Biase e Cecilia Dau Novelli ; Edizioni Le Monnier (Firenze) ; lire 6000.

Taintignies 16/02/1983

Illustration : Cortège féministe (années ‘70, Italie)

Publié in : « Sole d’Italia », 2/04/1983, nn. 1811-1812, « Un tema scottante che investe l’intera società_”La questione femminile” »