« Amadeus »

Il recente « Amadeus » di Milos Forman viene generalmente interpretato come un film sul tema del confronto tra genio e mediocrità, tra Mozart e Salieri.

Veramente non condividiamo questa interpretazione dei fatti quali sono presentati nel film stesso.

Antonio Salieri ci appare invece come un rappresentante dell’umanità. I suoi sforzi per raggiungere, con l’aiuto divino, una perfezione la più alta possibile, danno testimonianza della sua essenza umana. E la sua « démarche » perfettibile è legata precisamente alla sua fede. La morte del padre significa per lui vocazione verso Dio. Egli è veramente al servizio di Dio attraverso la musica e il suo voto di castità.

Mozart, invece, quale ci è presentato nel film sembra materializzare una specie di forza demoniaca che viene non solo a frantumare la fede di Salieri ma anche a schernire l’ordine umano (il labore quotidiano di Salieri) e persino i puri sentimenti (la cantatrice che il Salieri non aveva osato far sua).

Antonio Salieri ci appare dunque come un deluso di Dio ma per effetto di una specie di macchinazione diabolica di cui Wolfgang Amadeus Mozart sarebbe lo strumento.

L’intento di uccidere Mozart non è altro che il desiderio di sopprimere questa forza demoniaca e se è vero che il Mozart è un rivale sul piano sociale, la musica del Mozart rimane per Salieri una cosa meravigliosa che ha, diremmo, la piena apparenza della bellezza del diavolo.

A un certo punto il Salieri prende coscienza del tallone d’Achille di Mozart : è il rapporto con il padre.

Egli utilizzerà questa breccia per raggiungere i suoi fini.

Il Requiem che egli impone a Mozart di finire rappresenta in qualche modo la croce che si impone agli esseri maligni per metter fine ai loro malefici. Ciò è talmente vero che la moglie di Mozart, sopraggiunta nel frattempo, vuole interrompere questa relazione tra Salieri e Mozart o più precisamente tra il Requiem e Mozart, racchiudendo a chiave lo spartito in un mobiluccio.

La fine del film è un po’ oscura. Così l’interpretiamo. Salieri confessandosi ad un cappellano precisamente torna nel grembo della Chiesa e della Fede. Attraverso la confessione prende fine il suo Purgatorio. L’assoluzione, tuttavia, lo lascia indifferente ed egli se ne ritorna pienamente verso l’umanità (rappresentata dagli alienati nel corridoio).

Egli è indifferente all’assoluzione divina perché sa di aver disfatto una forza oscura, certo, ma di aver distrutto nello stesso momento una beltà musicale inaudita.

Il film « Amadeus » ci appare dunque meno come un film su Wolfgang Amadeus Mozart e la sua musica quanto piuttosto un film su un’anima umana (quella di Antonio Salieri) confrontata all’apparenza abbagliante del Male.

Taintignies 1/02/1985

Illustration : Mozart (interprété par Tom Hulce) dans une scène du film « Amadeus » de Milos Forman (1984)

Publié in : « Sole d’Italia », 9/02/1985, n. 1902, dans la rubrique « Dietro lo schermo », sous le titre « “Amadeus” di Milos Forman »

Laisser un commentaire