J’irai recueillir dans toutes les salles d’atelier Les copeaux écartés par la main au rabot Copeaux délaissés salis foulés Et fabriquerai un arbre de vie Solide et qui s’étend Allié de la terre Par toute la profondeur de ses pieds Et frôlant dépassant peut-être La sphère étoilée.
Taintignies 22/12/1990
Illustration : Arcangelo Petrantò, 2025 – Arbre qui s’étend Image générée par IA (intelligence artificielle)
Alcuni anni or sono, Pietro Bassetti (addetto al commercio internazionale) aveva lanciato l’idea di una « italian business community » che si sarebbe avvalsa della forza trainante del senso d’appartenenza culturale.
Inizialmente ideata come stimolo al « business », la sua proposta è stata ulteriormente approfondita fino a giungere al concetto di « comunità italica ».
Pietro Bassetti è partito inizialmente da una doppia constatazione, una storica, l’altra operativa.
La prima consiste nel prendere atto e coscienza dell’esistenza nel mondo di vaste comunità di origine italiana dovute alla massicce migrazioni italiane svoltesi nell’Ottocento e nel Novecento.
La seconda mette in rilievo il fatto che dette comunità hanno tramandato elementi culturali italiani pur adattandosi alle realtà locali e che esse continuano a mantenere contatti di varia natura con l’Italia, le sue genti, la sua cultura.
Per Pietro Bassetti sembrava quindi ovvio il progetto di trovare i canali giusti per collegare comunità di origine italiana (e la loro continuità culturale), Italia e affari. Da qui il piano della « italian business comunity ».
Ma Pietro Bassetti ha proseguito la sua riflessione adattandola anche alla mondializzazione in corso.
Approfondendo il discorso, egli ha identificato altri attori. Oltre all’Italia, agli italiani e agli oriundi italiani ci sono tutti quelli « stranieri » che sono sensibili alla lingua, alla cultura, allo stile di vita, ai prodotti italiani.
Per questi « stranieri » e per gli oriundi italiani non ha senso parlare di italianità intesa come espressione dell’identità degli italiani d’Italia.
Gli oriundi hanno, sì, una origine italiana ma non vivono in Italia e sono catterizzati da un percorso storico, culturale e linguistico proprio.
Gli « stranieri », attratti dal modo di vivere italiano non sono italiani ma condividono elementi dell’italianità (talvolta vivono in Italia).
Una volta stabilita questa percezione, Pietro Bassetti ha quindi creato il concetto di « italici » che ingloba tutte quelle persone che si richiamano all’italianità e più in generale alla sensibilità italiana.
La guerre, dont l’objectif est de tuer des gens avec, pour corollaire, de terroriser les survivants et de s’approprier les territoires et les biens des peuples vaincus, n’a pas changé dans sa nature, au cours du temps, mais uniquement dans sa forme.
Jadis, à une époque où prônait la force humaine physique et où l’économie était basée sur le secteur primaire, la mise en esclavage figurait quasiment comme une nécessité, un acte de clémence obligé.
De nos jours, les bombes à neutrons et les armes biologiques ciblées auraient vite fait de « nettoyer » le terrain des parasites humains devenus contournables. Puisque remplaçables par des machines, des systèmes experts.
En somme, le « temps » n’existe pas. C’est un présent permanent à l’intérieur de nous-mêmes. Ce que nous considérons comme ayant été vécu continue à vivre en nous à l’instant présent, au même titre, et en même temps que ce que nous vivons présentement (c’est-à-dire d’une manière intimement liée, consubstantielle).
Bruxelles 10/03/2005
Illustration : Gustave Caillebotte, 1876 – Jeune Homme à sa fenêtre (détail)