Paolo Arconati-Visconti, un personaggio accattivante e fantasioso

Tra gli italiani che vivono in Belgio durante il periodo rivoluzionario e napoleonico, una delle figure più notevoli è senza dubbio il marchese Paolo Arconati Visconti, discendente da una famiglia aristocratica milanese.

Stabilito a Gaasbeek, nel Brabante, dove possiede un castello, egli accede a funzioni di primo piano nel 1797, quando viene eletto sindaco di Bruxelles, prima di essere rimosso dal Direttorio, dopo pochi mesi.

Dopo il colpo di Stato di Napoleone, egli accetta, il 26 aprile 1800, nonostante l’ampiezza del compito da svolgere, di essere nominato alla guida del comune di Bruxelles. Purtroppo, la gravità della situazione è così desolante (pesante deficit di bilancio, ristagno economico…), la coalizione degli oppositori alle sue iniziative di riforme così forte, che egli si dimette dopo solo tre mesi, una volta rifiutate le sue proposte che includevano persino l’impegno della propria fortuna personale.

Delegato del dipartimento della Dyle, assiste a Parigi, il 23 settembre dello stesso anno, alle feste della Repubblica.

Alcuni mesi più tardi è nominato membro del Consiglio generale del dipartimento della Dyle, funzione che ricoprirà fino al 1811, e torna a sedere, dal 1804, al consiglio comunale di Bruxelles, ma questa volta come semplice consigliere.

Personaggio accattivante, Paolo Arconati unisce all’attivismo politico, un comportamento originale se non addirittura fantasioso la cui memoria leggendaria si è tramandata fino ai nostri giorni.

Così un giorno egli propone di adibire a serbatoio d’acqua, a sue spese, una torre delle mura di cinta in disuso di Bruxelles. Un’altra volta, protesta per non aver ricevuto, al « Te Deum » il posto che gli spettava. Prevede la costruzione di una strada che collegherebbe Gaasbeek alla carreggiata di Mons, per raggiungere più facilmente Bruxelles e Parigi, e la costruzione, all’incrocio, di una gigantesca piramide in stile gotico che sarebbe attraversata dalle strade. Fa innalzare, in onore di Napoleone, che egli ammira, un arco di trionfo nel parco di Gaasbeek e fa ricostruire, a sue spese, la navata laterale di destra della chiesa di Vlezenbeek. Nel 1811, acquista la Casa del Re sulla Grand-Place di Bruxelles, la fa restaurare e fa ristabilire, sulla facciata, la statua della Vergine che una volta l’ornava. Al primo piano dell’edificio, ripristina la vecchia camera di retorica « Den Wyngaerd » che può così rinascere grazie alla sua protezione. Più tardi, sotto il regno di Guglielmo I, fa attaccare alla sua carrozza cinque cavalli ed una mula perché l’etichetta prevede che attaccare sei cavalli sia un appannaggio della famiglia reale.

Grande viaggiatore, Paolo Arconati percorre l’Europa intera, dall’Inghilterra alla Polonia e alla Russia, dalla Francia alla Svezia e fino in Lapponia. Ma è soprattutto il suo viaggio in Turchia, compiuto nel 1810, che gli lascia un ricordo incantevole. Al ritorno, decora il suo castello alla maniera orientale e si trasforma in principe ottomano, con turbante e pugnale damaschinato.

Un capitano inglese di passaggio a Gaasbeek nel 1815 lo descrive come « al di sotto della media, un po’ curvato dagli anni, magro, esile e indaffarato… lineamenti regolari… occhi vivi, brillanti, intelligenti… Il suo abito era interamente turco. (…) Non so quali fossero i suoi sentimenti religiosi, ma sotto qualsiasi altro aspetto era diventato un turco perfetto… »

Paolo Arconati muore a Bruxelles il 20 agosto 1821. L’eccentricità del marchese italiano si era accentuata ancor di più verso la fine della sua vita. Allo scopo di meditare sui momenti ultimi aveva addirittura preso l’abitudine di rimanere disteso in una bara aperta !

Rumes 08/2017

Illustration : Paolo Arconati-Visconti (1754 – 1821)

Brano tratto da « Histoire des Italiens en Belgique, de César à Paola », Arcangelo Petrantò, ACLI Belgio, 2000 (traduzione in italiano a cura dell’autore)

Publié in : Club di conversazione italiana di Tournai (Lo Specchio), Bollettino n. 227 / settembre 2017

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